PSICOTERAPIA JUNGHIANA

 

Iniziare un’analisi del profondo presuppone che il paziente sviluppi uno sguardo sull’intero mondo psichico complesso (religione, scienza, filosofia, arte), non solo sui sintomi da eliminare. L’analisi è apertura culturale ed affettiva. La psicoterapia non ha procedure standardizzate. Essa è una cura che si attua con la parola e con la relazione. La parola veicola immagini, apre verso l’indicibile (violenze, traumi, segreti, malattie), racconta l’esperienza, intavola la ricerca di senso e introduce alla trasformazione di sé.  Ci sono parole che spiegano e altre che fanno immaginare, che “aprono” verso un senso diverso, non ancora preso in considerazione. Pazienti che non cercano solo l’interpretazione di un dato evento ma desiderano indagare il fine di tutta la vita sono, tuttavia, più numerosi di quelli che hanno urgenza analgesica.

La psicoterapia junghiana parte, in genere, dall’arresto della libido (energia vitale) e lavora, in una prima fase, in modo analitico cioè cerca di ridurre e scomporre i fenomeni dell’inconscio per integrarli con il conscio attraverso l’analisi dei sogni. L’analisi dei sogni è la via regia per lavorare in profondità. Le immagini psichiche dei sogni rappresentano l’energia psichica sotto forma di simboli, i quali esprimono e imprimono di senso i processi psichici intimi. L’originalità di Jung è consistita nell’aver sottolineato l’importanza dell’approccio interattivo tra l’autonomia delle immagini e la capacità dell’Io di mettersi in relazione con esse. Dialogo costante tra conscio e inconscio, tra pensiero indirizzato che cerca i nessi, e quello immaginale che produce spontaneamente immagini cariche di significati da decodificare. L’analista mette a disposizione del paziente la sua competenza simbolica e relazionale al fine di capire ciò che l’inconscio vuole trasmettere. Quando il disturbo si è ridotto grazie al metodo analitico, la psicoterapia prosegue col metodo sintetico-costruttivo al fine di far emergere l’esigenza di elaborare il senso dell’esistenza. L’analista accompagnerà allora il paziente mentre ricerca sintesi personali, mentre impara a fidarsi della conoscenza che emerge dal proprio sentire, grazie ai sogni, e mentre sperimenta altre modalità di adattamento alla realtà, che partono da esigenze di bisogni interni e non più esterni, collettivi.